La loro capacità di trascorrere gran parte del tempo dormendo e la naturale indipendenza fa dei gatti amici che a volte sembrano richiedere meno attenzioni; ma la loro attività da svegli li espone comunque a dei rischi.
E i gatti non sono tutti uguali. Alcuni, per esempio, amano sostare in luoghi alti, dai quali possono avere un’ottima visuale del loro ambiente; quando si trovano in alto riescono a visualizzare uno spazio molto più ampio ed ai gatti piace molto tenere d’occhio le cose!
Questo comportamento, per quanto tipico e perfettamente normale nei gatti, diventa un vero incubo per il proprietario che vive in appartamento a un piano alto e lo trova sul cordolo del balcone a fare una pennichella, o a caccia di mosche o anche solo ad osservare.
Se avete mai visto un gatto camminare sul cornicione del balcone, sapete di cosa parlo: sprezzante del pericolo, sembra che non ci siano metri e metri di caduta sotto le sue zampe. Spericolati, indipendenti, e diciamolo, testardi. Certe volte pare proprio che i gatti si impegnino a fare il contrario di quanto desideriamo. Non vuoi che salga sul tavolo? Tenderà a farlo solo quando ci sei. Cosa succede se non vogliamo che salgano sul cornicione? Indovinate un po’ …
Le cadute dall’alto sono eventi che coinvolgono il gatto con maggior frequenza di quanto si pensi. Negli anni questo fenomeno è stato descritto in molti modi: sindrome del grattacielo, sindrome del gatto volante o paracadutista o più semplicemente fly cat o flying cat.
Gli americani hanno coniato il termine di High Rise Syndrome (Sindrome della caduta dall’alto): argomento tanto rilevante da occupare un paragrafo importante di tutti i testi sacri di patologia del gatto.
Se un gatto che cade da notevoli altezze spesso sopravvive, questo a volte avviene solo a caro prezzo. Per questo abbiamo raccolto informazioni utili a capire perché bisogna fare molta attenzione e come comportarsi in caso di emergenza
Sono soprattutto i gatti giovani e quelli in tarda età che possono diventare potenziali Flying cat. I cuccioli sono curiosi e non conoscono bene l’ambiente; gli esemplari anziani hanno una propriocezione ridotta, o possono soffrire di problemi alla vista, articolari o neurologici.
Sono a rischio anche i gatti che hanno vissuto a piani più bassi e vengono trasferiti su piani più alti; possono infatti aver acquisito abitudini che li inducono a saltare sul cornicione (sempre così sicuri di sé) precipitando nel vuoto.
Anche le distrazioni rappresentano un pericolo: il gatto che cade dal balcone potrebbe essere stato attirato da una mosca, un uccellino o un piccione che passa a pochi metri, oppure essere stato tradito dalla presenza di ghiaccio o di acqua sul cornicione.
Una caduta dell’alto del gatto può causare lesioni diverse a seconda dell’altezza,
dell’età del felino, della sua agilità
La traumatologia di un gatto caduto comprende:
Queste patologie possono essere diagnosticate entro pochi minuti dall’ingresso in un pronto soccorso veterinario, attraverso la visita clinica, i prelievi ematici e la diagnostica per immagini (radiografie, ecografie toraciche ed addominali). Purtroppo però la vera entità delle lesioni a volte non viene osservata fino a 48-72 ore dopo.
Per questo occorre fare grande attenzione: se un gatto è caduto e non vedete ferite potrebbe comunque aver riportato lesioni interne molto gravi. In un primo momento infatti potrebbe dare l’impressione di stare bene, addirittura camminare (magari per l’effetto dell’adrenalina), ma avere in realtà patologie gravi.
Soprattutto gli stillicidi, le contusioni polmonari e/o cardiache possono impiegare tanto tempo per raggiungere il massimo grado di danno.
Se un gatto cade, per esempio, dal balcone del secondo-terzo piano, specie se sotto non ci sono ostacoli e il fondo è erboso o terroso, e si tratta di un esemplare giovane e sano, di solito non si fa neppure un graffio.
A partire dal quarto piano, fino al settimo, i traumi sono più gravi e aumenta in modo significativo la mortalità.
Al contrario di quanto potremmo pensare, invece, oltre il settimo piano la mortalità diminuisce, anche se a prezzo di notevoli traumi alle ossa.
Paradossalmente è più pericoloso che il gatto cada dal quinto che dall’ottavo piano.
Il gatto, sostengono i ricercatori americani, quando cade da un’altezza molto elevata entra in una sorta di oscuramento dei sensi che gli permette di distendere completamente il corpo; così atterra distribuendo l’impatto su ogni centimetro del suo corpo.
Per i gatti che cadono dai piani intermedi (dal quarto al settimo) i traumi diventano più gravi e la mortalità tende ad aumentare dal momento che non hanno il tempo di cedere a questo stato di “oscuramento”, si irrigidiscono e aumentano i danni del contatto col suolo.
Ce lo conferma la storia di Wasabi, fortunato gatto di due anni, che nel settembre 2013 a Juneau, in Alaska, ha fatto un volo di ben 11 piani di grattacielo, per circa 40 metri di altezza, cavandosela “solo” con fratture ossee e una prognosi di 6 settimane. Nonostante la preoccupazione della giovane proprietaria accorsa frettolosamente in suo soccorso, dopo essersi accorta che il gatto era precipitato giù, Wasabi è tornato a casa dopo soli due giorni di ricovero e un intervento chirurgico.
occorre fare grande attenzione: se un gatto è caduto e non vedete ferite potrebbe comunque aver riportato lesioni interne molto gravi.
È tutta questione di fisica! i gatti che cadono da un balcone, una finestra bassa, o piani
altissimi, possono ricorrere al loro riflesso di raddrizzamento e atterrare in
piedi come se niente fosse. Questo riflesso, definito come riflesso verticale, consiste nella capacità di raddrizzarsi mentre è in caduta per atterrare con le zampe.
Grazie al riflesso verticale, spesso i gatti atterrano illesi. Questo purtroppo non accade sempre; rimane sempre la possibilità che si rompano delle ossa o possano morire per delle cadute estreme. Per questo è importante capire
Per evitare che il gatto cada dal balcone, o comunque da grandi altezze, possiamo utilizzare degli accorgimenti; magari non ci possono garantire la completa assenza di incidenti, ma aiutano comunque a ridurne drasticamente la frequenza
Questi sono tutti gesti semplici quanto necessari. Ricordiamoci che custodire i nostri gatti al meglio non è solo un modo di dimostrare loro il nostro affetto, ma un obbligo di legge.
A luglio 2018 ha fatto scalpore il caso di un micio precipitato dall’ottavo piano a
Torino. Il gatto è caduto in testa a un uomo gli ha causato un grave trauma cervicale con prognosi di alcuni giorni. Purtroppo il gatto non è sopravvissuto. La polizia ha condannato la proprietaria del gatto a pagare una multa per omesso controllo dell’animale. Inoltre è stata chiamata in giudizio per lesioni aggravate.
L’accusa sostiene che la donna non abbia predisposto idonee misure di sicurezza per evitare che il gatto cadesse. La legge impone al proprietario di un animale domestico l’obbligo di controllarlo poiché ne è diretto responsabile. Ogni danno causato dall’animale è perciò soggetto a cause civili o penali a meno che non si dimostri che il danno si è verificato durante la fuga o lo smarrimento denunciato, o per una circostanza imprevedibile (caso fortuito): dimostrare però che si tratti di “caso fortuito” è molto difficile.
Per prima cosa dobbiamo prestare molta attenzione quando ci avviciniamo. I
gatti che provano dolore cercano di difendersi, tentano di mordere o di graffiare. Avvolgiamolo delicatamente ma in modo sicuro in un asciugamano e chiamiamo il più vicino pronto soccorso veterinario, preannunciando il nostro arrivo.
Cerchiamo di manipolarlo il meno possibile. L’ideale è adagiarlo in un trasportino rigido e portalo immediatamente dal medico veterinario per gli accertamenti del caso. Ricordiamoci che molte delle conseguenze di una caduta possono essere interne e non visibili ad occhio nudo. Provare a curarli a casa non è mai raccomandabile.
Si occupa di Malattie
infettive, Profilassi e Polizia veterinaria