e altre problematiche dei pazienti geriatrici dal punto di vista cardiaco
“Dottore, il mio animale ha una certa età, è sempre stato arzillo ma ultimamente lo vedo strano: tossisce di notte, non vuole più fare le scale, ha l’affanno. Che cos’ha?”
Questo è quello che spesso ci riferiscono i proprietari quando portano in clinica il proprio animale anziano per una visita; alcuni si rivolgono a noi dopo una o più settimane da quando hanno notato i primi sintomi, altri già dopo pochi minuti e con una certa urgenza, in situazioni di scompenso.
Come gli umani, anche i nostri amici a quattro zampe crescono e con il passare dell’età invecchiano, manifestando più facilmente le malattie. Questa è la fase della loro vita in cui occorre prendersi cura con maggior attenzione della loro salute, perché aumenta la possibilità che siano affetti da molteplici patologie, spesso concomitanti tra loro.
Una delle malattie più comuni nel processo di invecchiamento è l’insufficienza cardiaca: il cuore, colpito da una patologia, ad un certo punto ha difficoltà a lavorare e attua dei meccanismi di compenso che possono resistere per molto tempo oppure essere sopraffatti improvvisamente.
Non solo tosse. Riconoscere i sintomi delle patologie cardiache
Esistono molto segni a cui il proprietario può prestare attenzione per prevenire situazioni difficili da gestire, come: facile affaticabilità, dimagrimento, distensione addominale, aumento della sete e dell’urinazione, colorazione bluastra delle mucose e così via. Ma soffermiamoci maggiormente sui segni clinici tipici di un animale cardiopatico:
TOSSE:
La tosse è un riflesso naturale dell’organismo che ha lo scopo di eliminare tutto ciò che irrita le vie aeree. Gli stimoli che possono attivarla sono tanti e diversi, per questo non è semplice definirne la causa. Schematicamente si distinguono due tipi di tosse:
TOSSE CARDIACA:
La tosse cardiaca nel cane è il principale sintomo di presenza di cardiopatia sottostante.
Si riconosce perché è secca, sonora, senza produzione di espettorato e si manifesta con maggiore frequenza nelle ore notturne o al mattino presto, soprattutto a riposo.
Il verso emesso è molto rauco, richiama quello di un’anatra o il suono del clacson e viene spesso riferito dal proprietario con la tipica frase: “È come se avesse qualcosa incastrato in gola, prova ad espellerlo ma non riesce”.
Questo tipo di tosse è un sintomo più frequente nei cani di piccola taglia. In questi pazienti infatti il torace è piccolo, cuore e bronchi sono quindi più vicini, e la situazione può essere amplificata dalla broncomalacia: un danno meccanico dei bronchi legato all’età, che ne causa maggiore comprimibilità.
Al contrario la tosse cardiaca è un sintomo meno visibile nei cani di grossa taglia, per via del torace più ampio, o nel gatto, dal momento che il suo poggia sullo sterno.
TOSSE NON CARDIACA:
Si tratta del tipico sintomo di patologie respiratorie, quali: tracheite, collasso tracheale, asma, broncomalacia, broncopolmonite,…
DISPNEA:
E’ un sintomo importante: si tratta di tipo di respirazione alterata, affannosa, sofferente. È importante che il proprietario impari a riconoscerlo per agire tempestivamente in caso di scompenso cardiaco.
Può manifestarsi con:



Tachipnea, cioè aumento della frequenza respiratoria. Come riconoscerla?
- Innanzitutto ricordiamo che un singolo atto respiratorio si compone di due fasi: inspiratoria ed espiratoria; quindi un respiro è rappresentato dall’estensione della gabbia toracica e dalla successiva riduzione.
- Misuriamo la frequenza respiratoria: con orologio alla mano, si contano gli atti respiratori effettuati in un minuto. Attenzione: fatelo quando il vostro animale è a riposo, poco prima di dormire, in un luogo tranquillo con temperatura ambientale non elevata. Eviterete così di lasciarvi confondere dall’eccitazione del vostro cane o dalle fusa del vostro gatto!
- Se il numero di atti respiratori in un minuto supera i 30-32, allora siamo di fronte ad una tachipnea ed è necessario contattare il veterinario.
Se amate la tecnologia vi consigliamo di scaricare un’applicazione per smartphone, CardioDog Ceva: vi aiuta proprio a misurare la frequenza respiratoria e a registrarla su un grafico da inviare direttamente al proprio veterinario.
La tosse cardiaca nel cane è il principale sintomo di presenza di cardiopatia sottostante. Si riconosce perché è secca, sonora, senza produzione di espettorato
Atteggiamento di fame d’aria:
descriviamo così la condizione in cui l’animale assume diverse posizioni per far entrare più ossigeno nelle vie aeree. La bocca è spalancata, le zampe anteriori allargate, il collo esteso; mostra agitazione con palpebre dilatate e labbra retratte.
SINCOPE:
“The only difference between syncope and sudden death is that in one you wake up” Engel G.L.
Dalla citazione di questo noto psichiatra, possiamo intuire il timore dei proprietari quando ci portano in clinica il proprio animale esclamando: “Improvvisamente è caduto di colpo, non si è mosso più, ha perso coscienza e poi si è ripreso subito come se nulla fosse successo”.
Si definisce sincope, infatti, la transitoria perdita dello stato di coscienza e del tono posturale a causa di un’ipoperfusione cerebrale momentanea.
Da un punto di vista cardiaco, la sincope può essere indotta da patologie cardiostrutturali (valvulopatie, cardiomiopatie) o da disturbi del ritmo (aritmie), che, a lungo andare, compromettono la gittata cardiaca e quindi la perfusione sanguigna dell’organismo.
In realtà, esistono infiniti altri fattori che possono causare la sincope, quali: pressione arteriosa bassa, colpi di tosse continui, paura, dolore, stress emotivo,..
Talvolta può essere scatenata anche da situazioni molto comuni a cui difficilmente si potrebbe pensare come causa di perdita di coscienza, per esempio: dopo un’atto di defecazione o minzione lungo e doloroso oppure dopo una semplice deglutizione oppure da compressione del collare sul torace/collo mentre il cane tira al guinzaglio.
La diagnosi delle patologie cardiache:
Come capire quindi se il nostro paziente anziano ha una problematica cardiaca?
I segni clinici riportati dal proprietario rappresentano sicuramente una buona base da cui iniziare ad ipotizzare se possa sussistere o meno una patologia cardiaca sottostante e quindi indirizzare in modo approfondito il nostro esame clinico sulla rilevazione di eventuali sintomi cardiaci.
Ma non necessariamente dal solo esame clinico è possibile individuare alterazioni del polso o delle mucose o auscultare soffi cardiaci (soprattutto se il paziente è agitato). In molti casi quindi risulta necessaria, o perfino essenziale, l’esecuzione di ulteriori indagini diagnostiche.
Quali saranno gli esami che più frequentemente verranno proposti al proprietario?
- Radiografie del torace: ci permettono di valutare le dimensioni del cuore, le condizioni dei polmoni, la presenza di edema polmonare o di versamento pleurico;
- Elettrocardiogma (ECG): è utile nell’individuazione di eventuali aritmie e può darci informazioni sull’aumento di una o più camere cardiache;
- Ecocardiografia: è la tecnica diagnostica che meglio ci permette di identificare un’alterazione strutturale e/o meccanica del cuore, raccogliere parametri oggettivi che ci permettono di definire la gravità della patologia.
- Monitoraggio Holter: è un ausilio diagnostico per individuare eventuali aritmie non manifeste durante l’esecuzione dell’ECG.
La clinica si è dotata nel corso degli anni di tutti questi strumenti proprio per poter fornire l’aiuto più efficace ai pazienti e ai loro proprietari, soprattutto nei momenti più delicati per la salute degli animali. Con la vostra collaborazione possiamo fronteggiare al meglio anche sintomi insidiosi come la tosse cardiaca.