Forse hai sentito parlare, magari al parco da qualcuno preoccupato per il proprio cane, dei cosiddetti “vermi del cuore”: si tratta di un parassita, noto come Filaria, che può causare la filariosi, una patologia molto seria.
Purtroppo questo parassita arriva a infestare i nostri amici, soprattutto cani, attraverso un evento banale come la puntura di zanzara. Quando la primavera si fa strada e le punture d’insetto diventano più frequenti è importante quindi proteggere i nostri cani, ma anche gatti e furetti.
Per sapere come e scoprire nel dettaglio il ciclo di vita di questo parassita seguici in questo articolo che abbiamo redatto per sgombrare il campo da dubbi e aiutarti a prenderti cura al meglio dei tuoi animali

Filaria e filariosi cardiopolmonare: di cosa si tratta
La filariosi cardiopolmonare è una patologia parassitaria che può colpire i nostri animali domestici, oltre ad alcune specie di animali selvatici .
Più spesso vengono infestati i cani, ma anche i gatti ed i furetti possono essere vittime di questa importante malattia.
L’infestazione è causata da un nematode (verme tondo), ovvero la Dirofilaria Immitis, più comunemente nota come “Filaria”. Le larve di questo parassita vengono trasmesse da un individuo ad un altro tramite un vettore (la zanzara), che le immette nel circolo sanguigno dei nostri animali.
Andiamo a vedere nel dettaglio cosa succede
Il ciclo vitale della Filaria
Il parassita: la filaria
La Dirofilaria Immitis, nella sua forma adulta detta Macrofilaria, è un verme tondo filiforme che può raggiungere anche i 15-30 cm di lunghezza, a seconda che si tratti di esemplari maschili o femminili.
Come la Leishmania (di cui abbiamo già parlato qui ) anche la Filaria è un endoparassita, ovvero ha necessità di compiere il suo ciclo vitale all’interno di ospiti animali. Il ciclo vitale è di tipo indiretto, quindi non può essere trasmessa direttamente da un ospite definitivo ad un altro (ad es. da cane a cane), ma deve svolgere parte della sua crescita, da larva ad esemplare adulto, in un ospite intermedio che fa da vettore: la zanzara.
La zanzara: il vettore della filaria e come avviene l’infestazione
Il parassita adulto abita i grossi vasi sanguigni polmonari e cardiaci dell’ospite definitivo, che, come abbiamo accennato, è quasi sempre un cane, ma può essere anche un gatto o un furetto. Qui dà origine ai sintomi e quindi alla malattia vera e propria, la filariosi.
Non solo: i vermi all’interno dei grossi vasi si accoppiano e producono delle larve. Nel loro primo stadio larvale le MICROFILARIE (o L1) migrano dai grossi vasi ai vasi sanguigni periferici cutanei, arrivando quindi in sostanza molto vicine alla pelle dei loro ospiti. Ed è qui che vengono prelevate dalle zanzare durante il pasto di sangue.
La zanzara prende il nome di ospite intermedio. All’interno delle zanzare, infatti, le larve in stadio L1 maturano e arrivano allo stadio L3. Le larve L3 vengono così iniettate, insieme alla saliva, dalla zanzara in un nuovo ospite definitivo (ad es. un cane).
Le L3 si annidano nel tessuto sottocutaneo del loro ospite definitivo per circa 3 mesi, maturando ancora fino allo stadio L5, per poi entrare nel circolo venoso centrale, arrivare nei grossi vasi polmonari e cardiaci e trasformarsi in parassiti adulti.



Il parassita adulto e la conclusione del ciclo
I parassiti adulti, esemplari maschili e femminili, si accoppieranno per produrre nuove microfilarie einiziare nuovamente il ciclo.
Il periodo di sviluppo, dall’infestazione della larva L3 alla maturità sessuale del parassita (detto periodo di prepatenza) richiede circa 6 mesi nel cane e 8 nel gatto; una volta adulto il parassita ha una vita media di anche 4-5 anni nel cane e 2-3 nel gatto.
Dopo la fecondazione, la femmina infatti rilascia nel sistema circolatorio dell’ospite definitivo le microfilarie che possono rimanere in circolo anche per 2 anni, aspettando l’arrivo di un vettore per completare il loro ciclo vitale.
La filaria: un pericolo per cani, ma anche gatti e furetti
Gli ospiti definitivi delle larve della filaria sono soprattutto alcuni dei nostri animali domestici: cane, gatto e furetto.
La filaria nel cane
Il cane è in assoluto l’animale più ricettivo e quindi più soggetto a presentare l’infestazione e la malattia. Rappresenta l’ospite preferito per il parassita; nell’organismo del cane infatti la filaria riesce a compiere l’intero ciclo e a produrre una quantità anche molto alta di microfilarie per continuare il ciclo successivo.


La filaria nelle altre specie
Al contrario il gatto non rappresenta l’ospite ideale per la filaria. La maturazione da L3 ad esemplare adulto viene spesso contrastata efficacemente dal sistema immunitario del gatto, pertanto il parassita non riesce a svolgere il ciclo completo.
Quando questo avviene comunque l’infestazione spesso è sostenuta da pochi esemplari adulti che non sempre sono in grado di produrre microfilarie. La microfilaremia (ovvero la presenza nel circolo periferico di larve L1) è quindi di solito di breve durata e di bassa carica.
Il Furetto presenta una situazione intermedia tra cane e gatto, abbastanza ricettivo, presenta spesso sintomi importanti e molto gravi.
La diffusione della filaria sul territorio
La filariosi cardiopolmonare è diffusa in varie aree del territorio europeo.
In italia le zone più colpite, dove risulta endemica, sono quelle del Nord Italia situate intorno alla Pianura Padana. La presenza del parassita fu scoperta per la prima volta nel 1626.
Le aree più a rischio sono: Lombardia, Piemonte e Veneto meridionali, Liguria orientale, Toscana centro-settentrionale ed Emilia Romagna, anche se non mancano casi in altre zone della penisola.
Negli ultimi decenni infatti, con l’intensificarsi degli spostamenti degli animali domestici insieme ai loro proprietari, si è assistito ad una maggiore diffusione.
L’azione patogena della filaria
La filariosi cardiopolmonare prende questo nome perché il parassita adulto si stabilisce nei grossi vasi sanguigni polmonari (arterie polmonari per lo più) e, in uno stadio più avanzato, nelle camere cardiache destre dell’ospite.
Il periodo di prepatenza (ovvero il periodo che intercorre dall’infestazione alla maturazione del parassita nel suo stadio adulto) dura circa 6 mesi. In questo periodo il cane non manifesa nessuna sintomatologia.
Trascorsi i 6 mesi il verme adulto può iniziare a causare modificazioni sempre più importanti nell’efficienza del circolo sanguigno: prima a livello polmonare, poi cardiaco, e creare sintomi progressivi sempre più gravi, fino a causare anche la morte del suo ospite.
L’azione patogena che il parassita è in grado di provocare nell’animale che ha infestato è determinata da diversi fattori:
- Riduzione del flusso di sangue arterioso verso i polmoni per occupazione di spazio nelle arterie polmonari
- Azione infiammatoria sui vasi sanguigni
- Formazione di turbolenze del flusso ematico vicino alla valvola cardiaca, con successiva azione emolitica (distruzione di globuli rossi), date dal movimento “a frusta” delle filarie.
- Tromboembolismi per morte dei parassiti


I sintomi: nel cane…
Il cane può rimanere asintomatico per molto tempo, anche per anni. L’insorgenza della malattia infatti è per lo più di tipo cronico e porta a sintomi progressivi.
La gravità dei sintomi dipende dalla gravità dell’infestazione (quanti parassiti adulti e di che dimensioni sono presenti nel paziente) e dalle dimensioni del paziente stesso (in animali di piccole dimensioni anche infestazioni di minore entità sono in grado di dare sintomi più gravi e a più rapida evoluzione).
Ecco alcuni tra i sintomi causati dalla filariosi che possiamo riscontrare nei nostri cani:
- Intolleranza all’esercizio ed affanno durante l’attività fisica, calo delle prestazioni (questi sintomi sono più evidenti in cani da lavoro o sottoposti ad intensa attività fisica)
- Tosse
- dispnea, cioè difficoltà a respiratore, da lieve a grave
- Dimagrimento cronico
- Episodi di sincopi (svenimenti), soprattutto durante o dopo l‘esercizio fisico.
- Insufficienza cardiaca congestizia destra: patologia cardiaca grave in grado di dare anche ascite (raccolta di liquido in addome) e formazione di edemi periferici
- Ipertensione polmonare
- Anemia ed emolisi (rottura dei globuli rossi)



…nel gatto e nel furetto
Nel gatto la malattia ha un’incidenza molto inferiore al cane, anche se è comunque possibile che si manifesti. Per fortuna in molti casi il sistema immunitario del gatto è in grado di combattere lo sviluppo delle larve. Quando però il parassita adulto riesce ad arrivare nella localizzazione definitiva, date le ridotte dimensioni delle arterie polmonari e delle camere cardiache del gatto, può dare sintomi anche molto più gravi ed improvvisi.
In genere rimane asintomatica per lungo tempo; può in seguito presentare una sindrome acuta, anche con morte improvvisa, caratterizzata da sintomi respiratori come tosse, dispnea ed emottisi. Il vomito è un altro sintomo molto frequente in questo animale.
Nel Furetto la sintomatologia da Filariosi si presenta spesso come sindrome molto grave. Le ridotte dimensioni dei vasi e del cuore di questo animale lo rendono più velocemente suscettibile all’insorgenza di sintomi gravi quali anoressia, debolezza, tosse, insufficienza cardiaca. Molto spesso può avere un esito letale.
Negli ultimi anni inoltre è stata associata all’infestazione da Dirofilaria Immitis anche l’infezione da Wolbachia, un batterio in grado di facilitare la sopravvivenza delle filarie nei mammiferi e di intensificare i processi infiammatori dati dall’infestazione.


Diagnosi e profilassi della filaria: il valore della prevenzione
Se diagnosticata in tempo la filariosi cardiopolmonare è una patologia che può essere trattata in maniera efficace tramite terapia specifica; in alcuni casi la terapia può durare anche molto a lungo.
Purtroppo in alcuni pazienti i sintomi sono subdoli e ad insorgenza cronica; questo determina il rischio di intervenire quando la malattia è già in fase avanzata e di conseguenza che la terapia abbia minor probabilità di successo.
Per questo la prevenzione è lo strumento più efficace per proteggere la salute dei nostri amici a quattro zampe. Andiamo a vedere in cosa consiste la profilassi.

La profilassi preventiva della filariosi
Per una corretta prevenzione è necessario combinare un’azione di prevenzione dal morso del vettore ed un’azione di profilassi contro le larve che potrebbero essere già state iniettate.
- La prevenzione della puntura di insetti, tra cui la zanzara, si ottiene con il ricorso a prodotti repellenti in grado di tenere lontane le zanzare ed altri artropodi (spot on, collari, spry). Esistono anche repellenti a base di oli essenziali naturali (come l’olio di Neem).
- Profilassi: evita che le eventuali larve iniettate nel circolo possano svilupparsi a parassita adulto. Per una corretta profilassi possiamo scegliere tra più soluzioni:
- somministrare un prodotto per bocca o applicare uno spot-on a base di Ivermectina /Milbemicina Ossima/ Moxidectina/ Selamectina/ una volta al mese nel periodo di maggior attività del vettore (da marzo ad Ottobre)
– somministrare un prodotto iniettabile long-acting a base di Moxidectina che protegge i nostri animali per tutto l’anno
Entrambi i trattamenti devono essere effettuati preferibilmente nei mesi primaverili.
Non tutti i piani terapeutici sono possibili, validi e sicuri indistintamente per tutti i tipi di paziente. A seconda della specie, della razza, delle possibilità gestionali, il proprietario viene guidato dal Medico Veterinario per scegliere il piano terapeutico più adatto al proprio animale.
Considerando che i cani infetti potrebbero non mostrare sintomi anche per molti mesi, risulta necessario, prima di iniziare qualsiasi tipo di trattamento profilattico, effettuare dei test diagnostici per escludere una possibile infestazione asintomatica.

Test di screening e diagnosi della filariosi
Tutti i pazienti che effettuano la profilassi per la prima volta devono prima essere sottoposti ad un test di screening
Nelle aree endemiche il consiglio è di effettuare un test di controllo almeno ogni 2 anni, anche se il paziente viene sottoposto a profilassi.
Lo screening consiste in un test rapido ambulatoriale, che si effettuato attraverso un semplice prelievo di sangue.
Il test rileva se sono presenti gli antigeni di Dirofilaria Immitis circolanti nel sangue, rilasciati dalle femmine adulte del parassita. Sono rilevabili dopo circa 5 mesi dall’infestazione.
A questo può essere associato il test di Knott, che va a valutare invece la presenza di microfilarie nel circolo.
Il paziente può essere sottoposto a profilassi se risulta negativo. Se invece risulta positivo al test bisogna procedere con esami di approfondimento per valutare lo stadio della malattia in atto. (ecocardiografia, radiografie toraciche, esami del sangue ecc).
Scegli di proteggerlo
I medici della clinica sono a tua disposizione per valutare il caso specifico di ogni singolo paziente e a consigliarvi il piano di prevenzione e profilassi più adatto al vostro animale!
La filariosi purtroppo in Piemonte è ancora molto diffusa: proteggere nel modo adeguato i tuoi amici significa anche contribuire ad arrestare la diffusione della malattia.