Chi si trova ad avere come amica a quattro zampe un cane, in questo caso particolare una femmina, spesso si trova a valutare, e magari a scegliere per lei, le opzioni dell’accoppiamento e quindi della gravidanza.
All’origine di questa decisione ci sono motivazioni diverse: può essere il desiderio di accogliere un nuovo cucciolo, o di avviare un allevamento amatoriale, oppure semplicemente la volontà di condividere questa esperienza con il proprio cane e con la propria famiglia.
L’arrivo di una cucciolata, però, è un risultato meno scontato da ottenere di quanto molti proprietari possano immaginare. In questo, così come in altri momenti delicati della vita dei nostri amici animali, il veterinario mantiene un ruolo centrale, ed è certamente la miglior fonte di informazioni e di indicazioni sul da farsi.
Quali sono allora i passi da compiere per i proprietari che desiderano accompagnare all’accoppiamento la propria cagna? Abbiamo provato a fare un quadro il più chiaro possibile di cosa comporti intraprendere questo percorso, da un punto di vista medico e pratico.


Valutazioni che precedono la preparazione all’accoppiamento
Prima di avviare all’accoppiamento una femmina di cane è molto importante, per tutelare la sua salute, porsi una serie di domande
È importante non fare accoppiare i cani troppo precocemente, prima che abbiano avuto un completo sviluppo somatico. Come indicazione generale l’accoppiamento non è mai indicato prima dei diciotto mesi o del terzo calore. Io consiglierei i due anni come età minima corretta.
D’altro canto le “fattrici” (così vengono chiamate le femmine da riproduzione nel settore dell’allevamento canino) non devono neppure essere cani troppo avanti con l’età. Dal punto di vista medico il consiglio è di non fare accoppiare cani oltre i sei anni di età. Dopo i sette anni è necessario ottenere dal veterinario un certificato di idoneità alla riproduzione.
Differenti taglie possono comportare differenti tipi di rischio nell’affrontare una gravidanza. In particolare taglie molto piccole, o animali sotto taglia, possono talvolta ad andare incontro a distocie (problemi di parto). Per prevenire questo tipo di difficoltà è importante porre attenzione nella scelta del maschio: una differenza di taglia importante può aumentare i rischi di parto.
Prima di avviare alla riproduzione un soggetto di razza è molto importante valutare la sua salute fisica e/o il suo corredo genetico: queste precauzioni servono a prevenire le patologie di razza e quindi la loro diffusione ai cuccioli.
La patologia ereditaria più conosciuta che affligge i cani di razza è la displasia dell’anca. Non bisogna dimenticare però che ne esistono moltissime altre ereditabili, dai difetti cardiaci a quelli oculari. Inutile poi ricordare che va evitato l’accoppiamento tra consanguinei per l’alta possibilità di manifestarsi di alcuni difetti genetici.
Nel suo codice l’ENCI identifica un numero massimo di cinque gravidanze per una cagna nell’intera vita. Le gravidanze inoltre è bene siano intervallate da 12 mesi di riposo. Questo consente alla madre di recuperare uno stato fisico ottimale.
Conoscere il ciclo estrale migliora le possibilità di successo dell’accoppiamento
Abbiamo visto quindi quali sono i fattori che riguardano le condizioni generali e di salute del cane da valutare con attenzione prima che si possa avviare con serenità all’accoppiamento.
Un altro elemento di cui tenere conto è la scelta di un maschio adatto alla riproduzione: è consigliabile infatti evitare soggetti troppo giovani per la loro scarsa esperienza/capacità nella monta.
Una volta compiuti questi passaggi è il momento di rivolgersi al veterinario, che può dare un aiuto prezioso nell’individuare il momento esatto del periodo fertile.
Per farlo ovviamente occorre conoscere approfonditamente il ciclo estrale della cagna. Questo perché i giorni a disposizione per ottenere una gravidanza sono soltanto 4-5 al massimo!
Ecco come funziona il ciclo estrale
Il ciclo estrale della cagna può essere suddiviso in quattro fasi:
- L’anaestro: fra tutti è il periodo più lungo. Si tratta infatti di un periodo di circa cinque-sei mesi nella quale possiamo considerare l’apparato riproduttore femminile in una fase di “stand by”. A differenza dell’anaestro le altre tre fasi si susseguono molto più rapidamente e sono caratteristiche della fase che attiva la fertilità della cagna. Dal punto di vista clinico corrispondono alla manifestazione del calore ed al suo ritorno successivo alla fase di anaestro.
- Proestro: nel corso di questa fase la femmina, sulla spinta di variazioni ormonali, manifesta cambiamenti visibili. Tra questi si possono notare turgore ed ingrandimento della vulva, perdite ematiche e cambiamenti comportamentali (attrazione verso il maschio ma con rifiuto dell’accoppiamento, aumento della marcatura urinaria, vagabondaggio). Questa è la fase avviene in cui si verifica il picco della concentrazione degli estrogeni.
- Estro: per quanto riguarda gli ormoni questa fase vede in sequenza il calo improvviso degli estrogeni ed il picco dell’ormone LH, che porta all’ovulazione. A due-tre giorni da questo picco avviene l’ovulazione e comincia a crescere esponenzialmente la concentrazione di progesterone. Se si sottopone in questo momento la cagna a citologia vaginale noteremo che l’epitelio vaginale appare cheratinizzato alla microscopia. È in questo momento che, anche dal punto di vista clinico, la cagna accetta l’accoppiamento: invita il maschio spostando la coda ed inarcando il dorso.
- Fertilità: è un periodo molto breve ed si verifica da 2 a 5 giorni dopo l’ovulazione. In media avviene 12 giorni dopo il proestro, ma può cadere anche in un periodo variabile tra i 5 ed i 25 giorni successivi.
- Diestro: è una fase caratterizzata dal calo del progesterone e dal ritorno graduale di tutte le componenti modificate allo stato di anaestro.




Cosa fare perché l’accoppiamento abbia successo?
Con un intervallo di tempo così ridotto com’è possibile realizzare un accoppiamento che conduca alla gravidanza della nostra cagnolina?
Se i proprietari posseggono sia il cane maschio che la femmina è molto probabile che ci troviamo di fronte ad un falso problema: basterà dar corso ai processi naturali e lasciare che “facciano da soli”.
Di solito in questi casi i proprietari, al contrario, si rivolgono al veterinario per avere le indicazioni necessarie ad intercettare il calore e quindi per separare i soggetti al momento opportuno, in particolare in tutti quei casi in cui non si desidera una gravidanza e gli animali non sono sterilizzati.
Quando invece i proprietari decidono di fare accoppiare la propria cagnetta con il cane di un’altra persona (magari residente fuori regione), oppure pensano di ricorrere ad un’inseminazione artificiale, è fondamentale intercettare questo breve periodo per avere la massima possibilità di successo.
Il ruolo del veterinario nel successo dell’accoppiamento
Il ruolo del veterinario è dunque quello di mettere a disposizione la sua conoscenza e la sua esperienza, e ricavare delle indicazioni utili che si basano sulla valutazione di differenti aspetti:
- atteggiamento comportamentale
- manifestazioni cliniche
- citologia vaginale
- dosaggi ormonali
Nonostante l’estrema variabilità della presentazione dei calori (talvolta molto manifesti, talvolta silenti), della durata delle fasi del ciclo estrale di ogni soggetto e di molteplici altri fattori, con questa metodologia si riesce ad essere piuttosto precisi.
Se ragioniamo su un piano puramente teorico l’esame ormonale in grado di dare le informazioni più precise, e quindi da consigliare, è quello dell’LH. Il valore di questo ormone infatti indica in maniera esatta il momento dell’ovulazione. Tale parametro però è molto difficile da conservare e viene analizzato in pochissimi laboratori.
Al contrario risulta più pratico calcolare il valore nel sangue del progesterone. Anche in questo caso, se si effettuano due o tre misurazioni al momento opportuno, si riesce ad individuare esattamente il periodo di fertilità.
Non possiamo sapere con precisione quando avviene l’ovulazione, ma siamo certi che il valore del progesterone durante tale evento varia da 4 ad 8 microg/ml, raddoppiando ogni giorno successivo.
A due giorni dall’ovulazione il progesterone dovrebbe pertanto misurare circa 20 microg/ml e la cagna essere fertile per soli altri 2-3 giorni.
Alla misurazione dei valori del progesterone è bene affiancare sempre un prelievo con un “cotton fioc” delle cellule della vagina. Valutarne al microscopio la cheratinizzazione permette infatti di scegliere con più precisione il tempo di esecuzione dei prelievi.
Una volta individuato il periodo fertile è consigliabile fare accoppiare il cane almeno un paio di volte oppure eseguire almeno due inseminazioni artificiali.
La semplicità della procedura è data dal fatto che possiamo eseguire in sede tutti gli esami del caso ed avere risposte praticamente in tempo reale intercettando con sicurezza il breve periodo di fertilità per un accoppiamento di successo.





Il veterinario è un valido alleato in tutto il percorso: dall’accoppiamento, alla gravidanza, all’accoglienza dei cuccioli
Se l’accoppiamento ha successo, per il cane femmina e per tutta la sua famiglia umana si apre una nuova esperienza, altrettanto entusiasmante e delicata. In questa situazione la figura del veterinario risulta ancora fondamentale per gestire in sicurezza la gravidanza prima e il parto poi. Avremo sicuramente l’occasione di approfondire nel blog tutti questi aspetti.
Lo scopo di questo articolo, così come degli altri che mettiamo a disposizione di tutti, è quello di fornire gli strumenti giusti per capire meglio le problematiche legate alla salute dei nostri animali, in questo caso rispetto alla sfera riproduttiva del cane.
Il consiglio che emerge da tutte le considerazioni fatte è quindi l’importanza di affidarsi ad un medico veterinario esperto quando si decide di far vivere al proprio cane l’esperienza dell’accoppiamento. La competenza di un professionista, infatti, permette di valutare insieme il percorso migliore e poter a vivere a pieno questa fantastica esperienza.