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Micosi nei cani e nei gatti: cosa sono, come si diagnosticano e curano le infezioni da funghi

Dott.ssa Erika Valieri

I nostri amici cani o gatti possono essere colpiti da micosi, ossia infezioni causate da funghi.

Sono patologie abbastanza comuni, al tempo stesso fastidiose. Cerchiamo quindi di capire meglio cosa sono, come si curano e soprattutto come si prevengono le micosi che minacciano il loro benessere.

Le micosi più comuni in cani e gatti: dermatofitosi

Le dermatofitosi sono infezioni causate da particolari tipi di funghi definiti cheratinolitici e cheratinofili ovvero che attaccano le strutture costituite da cheratina come il pelo e le unghie.

In base all’ospite principale, e di conseguenza dalla fonte di infezione, i dermatofiti possono essere classificati come

  • zoofili: trasmessi dagli animali
  • geofili: trasmessi dal terreno
  • antropofili: trasmessi dalle persone

È importante sapere che non necessariamente un dermatofita zoofilo avrà come unico ospite un animale. Infatti accade spesso che gli animali trasmettano funghi zoofili alle persone e, viceversa, sia un proprietario infetto a passare i funghi antropofili agli animali domestici attraverso il contatto diretto.

Tra i funghi maggiormente osservati e tipizzati troviamo:

  • Microsporum canis: da solo causa circa il 90% delle infezioni, è un fungo zoofilo e colpisce più frequentemente il gatto
  • Trichophyton mentagrophytes: il principale responsabile di dermatofitosi nella cavia e nel coniglio
  • Micropsorum gypseum: il più frequente fungo geofilo che infesta cani e gatti che vengono a contatto con la terra in cui vive
  • Trichophyton erinacei: principale agente infettivo del riccio.

Come si trasmettono le micosi

I funghi di cui abbiamo parlato si trasmettono quasi sempre per contatto diretto con un animale infetto. Più raro, ma comunque possibile, che la trasmissione avvenga attraverso i peli infetti che vengono liberati nell’ambiente in cui vive (contatto con superfici, utensili, indumenti, cucce, coperte…).

Quando l’animale entra in contatto con il fungo, questo inizia a penetrare all’interno del fusto pilifero fino a raggiungere il bulbo pilifero.

Una volta in corso l’infezione causa un quadro clinico più o meno grave a seconda di molti fattori, come lo stato generale dell’animale, la sua risposta immunitaria, la presenza di malattie concomitanti, l’età, la razza.

Quadri clinici

Le micosi nei cani

Nel cane osserviamo infezioni da dermatofiti il più delle volte in cuccioli, randagi/trovatelli e cani che sono venuti a contatto con gattini, solitamente di nuova introduzione.

Le lesioni possono avere diversi aspetti, comparire in numerosi distretti corporei e in numero più o meno alto a seconda del patogeno e della via di trasmissione.

Le lesioni si presentano in molti casi come ipotricotiche o alopeciche: vuol dire che si nota la mancanza, parziale o totale del pelo. Spesso hanno forma circolare e presentano scaglie o croste in quantità variabile, più o meno iperemiche; possono anche confluire e dare origine ad estese aree dove il pelo è mancante o molto corto.

Quando invece il fungo riesce a penetrare più in profondità, fino al derma, è possibile che si formi un kerion dermatofitico ovvero una lesione nodulare, spesso eritematosa, alopecica e crostosa. In questo caso se si rimuove la crosta si vedono dei fori multipli sulla superficie del kerion, tragitti fistolosi da cui spesso fuoriesce materiale purulento.

Le micosi nel gatto

Il gatto affetto da dermatofitosi è tipicamente un gattino trovatello o un gatto venuto in contatto con un gattino di nuova introduzione.

Le lesioni, come abbiamo già detto per quanto riguarda le micosi che colpiscono i cani, possono essere anche molto diverse per estensione e gravità. Più spesso si notano aree alopeciche o ipotricotiche circolari, spesso ricoperte da croste grigiastre oppure soltanto delle aree dove il pelo è solamente più corto rispetto agli altri distretti corporei.

I gatti che contraggono queste micosi di solito non soffrono di particolare prurito o fastidio a livello delle aree infette, ma come sempre esistono delle eccezioni.

In alcune razze predisposte e più sensibili ai dermatofiti, ad esempio i Persiani, l’infezione si manifesta con sintomi decisamente più importanti:

  • desquamazione
  • manicotti pilari, cioè materiale cheratinico o cherato-sebaceo che avviluppa il singolo pelo o un gruppo di peli
  • collaretti epidermici, ossia lesioni circolari sulla cui porzione perimetrale sono presenti delle piccole croste/forfora

Nel gatto, al contrario del cane, il kerion dermatofitico è raro. Possono invece occasionalmente formarsi degli pseudomicetomi: noduli dermici che possono fistolizzare all’esterno.

Come si diagnosticano le micosi di cani e gatti

È raro che le lesioni cutanee abbiano un aspetto così caratteristico da permettere una diagnosi certa, senza ulteriori approfondimenti. Questo è il motivo per cui nella quasi totalità dei casi è necessario eseguire test di laboratorio che ci aiutino a confermare la diagnosi clinica.

L’iter diagnostico si svolge presso il nostro laboratorio attraverso successivi step. Si comincia con i test di screening (lampada di Wood, esame tricoscopico del pelo), e quindi si passa ad esami che ci aiutano ad identificare il fungo a livello microscopico e per isolarlo in terreno di coltura.

Lampada di Wood

La lampada di Wood emette una luce ultravioletta con una lunghezza d’onda tale per cui alcuni dermatofiti (tra cui 50-70% dei Microsporum) emettono fluorescenza in vivo, cioè direttamente sull’animale.

Gli animali positivi mostrano una fluorescenza verde mela brillante sui peli. Le croste e i residui di farmaci topici possono mostrare una debole colorazione giallo-verdastra. Le scaglie cutanee e le fibre spesso hanno una rifrangenza bianca o bluastra.

Il ricorso alla lampada di Wood è un approccio molto utile nel gatto, specie nella quelli il 95% delle infezioni sono sostenute da M.Canis; non è di solito altrettanto utile per le micosi dei cani.

L’esame tricoscopico

Per questo esame occorre prevelevare alcuni peli (con una pinzetta o un pezzo di nastro adesivo). Possiamo così posizionarli su vetrino in presenza di una piccola goccia di olio minerale e/o colorante.

fusti vengono osservati al microscopio a grande e piccolo ingrandimento per esaminare le aree di interesse maggiore. Se è in corso una dermatofitosi si possono vedere peli rotti, fratturati e piccole spore che appaiono come bolle sulla superficie esterna del pelo, o poste a circondarne il fusto.

Grazie all’esame citologico riusciamo spesso a verificare la presenza dei funghi ma non a dargli un “nome e cognome”. Per questo motivo e nel caso in cui l’esame citologico risultasse negativo per la presenza di elementi fungini, ma con forte sospetto clinico di lesione dermatofitica, è importante effettuare una coltura fungina.

La coltura fungina

Per questo test preleviamo dei campioni di materiale cutaneo (peli, squame, croste) dalla lesione e li poniamo in un terreno di coltura o agar. Questo contiene sostanze nutritive che permetteranno ai dermatofiti di crescere.

Il primo segno della loro presenza è il “viraggio” di colore dell’agar. I dermatofiti infatti utilizzano le proteine del terreno determinando un passaggio di colore del terreno di coltura dal giallo al rosso. Successivamente possono formarsi delle vere e proprie colonie.

Passata generalmente una settimana o 10 giorni, se il terreno è precocemente virato e sono nate le colonie vuol dire che il campione è positivo alla presenza di dermatofiti.

Per confermare l’avvenuta crescita dei funghi patogeni occorre osservare le colonie macroscopicamente e miscroscopicamente.

Osservazione macroscopica

Riguardo a quello che siamo in grado di vedere a occhio nudo le colonie possono differire per aspetto e colore. Già queste due caratteristiche possono indirizzarci verso un tipo di dermatofita piuttosto che altri:

  • Microsporum e tricophyton: sono le colonie dei dermatofiti più frequenti, si distinguono per il colore, bianco nella parte superiore e giallo bruno in quella inferiore
  • M. canis: ha un aspetto cotonoso e ben delimitato
  • T. mentagrophytes: appare più polveroso, con raggiature
  • Colonie di colore diverso dal bianco (verde, grigio) o bianco neve sotto e sopra: non appartengono a specie patogene e sono quindi da considerarsi contaminanti.

Osservazione al microscopio

Da colonie nate da 5 giorni o più si possono eseguire prelievi per l’identificazione microscopica. Il prelievo si esegue premendo delicatamente un nastro adesivo sulla colonia, che viene poi posto su un vetrino da microscopio sul quale era depositata posta una goccia di colorante specifico.

Al microscopio è possibile identificare ife settate, micro e macroconidi. I macroconidi sono tipici e caratteristici nel Microscoporum in cui si presentano tipicamente fusiformi con pareti settate e più o meno spesse; i Tricophyton si caratterizzano invece dalla presenza di ife a spirale.

Può succedere occasionalmente che i macroconidi risultino assenti nelle colonie. Questo può verificarsi o perché la coltura è ancora troppo “giovane”, oppure perchè il ceppo è scarsamente “sporulante” e in questo caso i macroconidi possono non venir prodotti neanche col passare del tempo.

In queste evenienze, seppur rare, suggeriamo di identificare il dermatofita con tecniche molecolari in laboratori esterni.

La terapia per le micosi

La terapia si basa sia sull’utilizzo di prodotti topici (in particolare shampoo e spugnature) sia sull’utilizzo di antimicotici somministrati per via orale per molte settimane o addirittura mesi.

Se le micosi interessano cani e gatti a pelo lungo spesso si consiglia la tosatura del pelo in modo da migliorare l’applicazione dei prodotti antimicotici topici e diminuire il rischio di contaminazione ambientale.

Di fondamentale importanza è poi la decontaminazione ambientale: per farla consigliamo un il lavaggio accurato con candeggina di tutti gli strumenti venuti in contatto con il cane infetto così come la pulizia dell’ambiente in cui l’animale infetto vive usando di aspirapolvere, candeggina e presidi contenenti antifungini.

Anche se si tratta ovviamente di una circostanza ben poco piacevole come diciamo spesso il medico veterinario in questi casi è davvero il miglior alleato per guidarti nell’individuazione della patologia e nel percorso di cura. In Clinica abbiamo la fortuna di poter contare su personale con grande esperienza nel campo della dermatologia veterinaria e di un laboratorio di analisi interno in grado di poterci sostenere in tutto il percorso di diagnosi. Questo ci permette di poterci occupare delle micosi di cani e gatti in maniera completa e di far recuperare ai tuoi amici una condizione di completo benessere.