Lo chiamavano bocca di rosa…

Principali problemi dentali e parodontali: il tartaro in cane e gatto

Ogni giorno i nostri animali di casa condividono con noi gli spazi più intimi. Ci leccano, ci baciano quando rientriamo da lavoro, spesso dormono addirittura nei nostri letti.
Vi è mai capitato in queste situazioni di condivisione di percepire un odore nauseabondo provenire dalle loro bocche?

Ad un veterinario viene subito in mente questa domanda, perché si tratta quasi sempre del primo e unico motivo che spinge le persone a portare i propri amici dal veterinario per un controllo orale. Ma attenzione: noi sappiamo che quando questa situazione si verifica, purtroppo, è già tardi.

Infatti l’odore sgradevole e’ il segnale di una forte infiammazione associata alla fermentazione batterica. Sapevate che nella bocca di uno dei nostri animali possono annidarsi fino a quattrocento, cinquecento specie diverse di batteri?

Questi organismi si replicano a dismisura nella cavità orale e sono causa delle cosiddette malattie dentali e parodontali.
Ecco come fanno:

  • prima si crea la placca dentale: si tratta di una pellicola asettica, di probabile origine salivare, che ricopre i denti e crea un terreno perfetto per la crescita dei microrganismi. 
  • La pullulazione dei microrganismi porta ad un ispessimento della placca e alla conversione ad un metabolismo batterico in anaerobio con produzione di sostanze acide che vanno a ledere lo smalto dentale.  
  • La placca mineralizza e si forma così il temuto tartaro. Nei nostri animali si presenta molto spesso e di colore marroncino. 
  • Al di sotto dello stato di tartaro prosegue la replicazione batterica. I batteri aggrediscono anche le gengive infiammandole e creando retrazione gengivale, esposizione della radice dentale ed indebolimento del sottile osso alveolare che contiene i denti bene incastonati in mandibola e mascella.

Questo processo rende i denti mobili e, a lungo termine, ne causa la caduta. 

Gravi infezioni dentali possono purtroppo portare anche a dolore intenso orale e a diffusione  per via ematica dei batteri su organi vitali causando gravissimi problemi renali, polmonari e cardiaci in particolare.
Va inoltre sottolineato che questo processo e’ decisamente più’ rapido nei cani di piccola taglia.

Noi umani riusciamo a prevenire in modo efficace questi problemi grazie all’igiene orale quotidiana ed recandoci almeno una volta l’anno per una corretta detartrasi dal dentista.
I nostri animali, invece, oltre a non sentire la necessità di lavarsi i denti, sono soliti lamentarsi poco e convivere silenziosamente con questo problema. Questo è il motivo per cui ci accorgiamo sempre in ritardo che qualcosa non va.

Cosa possiamo fare per risolvere il problema del tartaro di cani e gatti?

  1. informiamoci: facciamo domande al veterinario, che sarà felice di fornire le corrette informazioni riguardo lo stato attuale della bocca e dei denti del nostro animale
    Durante la visita annuale sarà sempre cura del medico eseguire una corretta ispezione del cavo orale e valutare lo stato gengivale, l’accumulo di tartaro e la presenza eventuale di altre patologie come le neoplasie orali (purtroppo non esistono solo placca e tartaro).
  2. Preveniamo: ci sono alcuni accorgimenti che ci aiutano a prevenire e rallentare il problema. Oggi sono disponibili presidi efficaci per la spazzolatura e la pulizia, oppure presidi dietetici che rallentano la formazione della placca (diete o integratori). Il normale cibo secco non sembra svolgere una prevenzione efficace rispetto a quello umido.
  3. Curare: risolvere una sofferenza silenziosa.
    Quando possibile, in caso di gengivite possiamo consigliare di ricorrere a farmaci antinfiammatori o antibiotici per dare sollievo immediato al paziente. Se poi risulta necessaria la pulizia orale l’unico modo efficace per farlo è l’ablazione – cioè la rimozione – del tartaro con ablatore ad ultrasuoni in anestesia gassosa. 

Rimozione del tartaro in anestesia:

Non si tratta affatti di una procedura di serie B! Comporta gli stessi rischi anestesiologici di un intervento chirurgico e va effettuata con determinate precauzioni:

  • paziente intubato e su tavolo inclinato per la sicurezza anestesiologica e per evitare respirazione di detriti infetti.
  • dotazione di strumentazione dentistica di qualità con frese e trapani per effettuare eventuali estrazioni (i denti con le radici esposte vanno estratti!)
  • valutazione attenta di tutti i denti e delle tasche parodontali (gengivali)
  • eventuali ricostruzioni chirurgiche delle gengive

Attenzione: non abbinare alla detartrasi altri interventi chirurgici per evitare diffusione batterica sui siti di intervento (una volta eliminato il tartaro le gengive sanguinano e attraverso le lesioni i batteri possono finire sui siti dell’intervento chirurgico portati dal flusso sanguigno!). E’ una pratica assolutamente da sconsigliare, meglio due anestesie o se possibile risolvere prima il problema piu’ importante.

E per il gatto?​

Vale tutto quello che abbiamo detto riguardo al cane, anche se la deposizione di tartaro è piu’ lenta ed ha un’incidenza minore.

Nel gatto sono molto frequenti lesioni orali su base virale (calicivirosi), oppure su base linfoplasmacellulare o autoimmune.

Infiammazioni di questo tipo portano spesso ad intenso dolore ed alla caduta molto precoce di tutti i denti. E’ bene quindi durante la visita eseguire un controllo della bocca anche nei felini, sempre che essi siano d’accordo… le mani ovviamente le offre il vostro veterinario con il solito sprezzo del pericolo!

Il coniglio domestico e i suoi dentoni

Quando decidiamo di accogliere un animale da compagnia di solito ci impegniamo anzitutto nel preparare un ambiente ideale all’interno della sua nuova casa e ci preoccupiamo di svolgere un check up completo delle sue condizioni di salute.
Di rado pensiamo che è altrettanto importante occuparci di alcune “incombenze” burocratiche per tutelare al meglio il benessere di questo nuovo componente della nostra famiglia. In alcuni casi, come il microchip dei cani, queste pratiche sono addirittura un obbligo.
​Per questo è importante conoscere quali sono le principali pratiche da espletare nei vari momenti che accompagneranno la convivenza con il nostro pet, a chi rivolgersi e perché sono tanto importanti.

Quando un sorriso irresistibile può dare qualche problema – e come risolverli

“Denti da coniglio” – “fai il coniglietto!”: fin da quando siamo piccoli associamo il coniglio a quella sua tenera e simpatica caratteristica dei dentoni sporgenti. Un elemento tanto grazioso e speciale quanto importante nella vita e nella salute di questi animali. Vale la pena saperne di più

Quanti denti ha il coniglio domestico?

Facciamo un po’ di calcoli: i conigli hanno

  • 6 denti davanti incisivi (4 superiori e due inferiori)
  • 22 denti dietro (molariformi)

… ma la cosa importante è che tutti e 28 sono a crescita continua.
Questo significa che se non vengono consumati i denti del coniglio domestico crescono ad una velocità di circa 2 mm alla settimana (in pratica quasi un centimetro ogni mese).

Se i denti si consumano con l’uso tutto è a posto. Ma se questo non accade possono verificarsi disfunzioni alimentari e danni buccali, anche gravi.
Per essere sicuri che si mantengano la giusta forma e dimensione servono la giusta alimentazione e controlli frequenti con

Il veterinario dentista: il miglior amico del coniglio domestico

Ma cosa intendiamo per “controlli frequenti”?
Ti suggeriamo di sottoporre i tuoi amici conigli a una valutazione dei denti almeno ogni 6 mesi, fin da piccolissimi.

Purtroppo infatti problemi di malocclusione possono presentarsi fin dalla nascita: se i denti del coniglietto non combaciano bene con la controparte, infatti,  non possono consumarsi nel modo corretto.
Questo si verifica sempre più spesso, in seguito alla selezione delle razze lagomorfe da parte degli allevatori.
Si tratta di una condizione con cui il cucciolo dovrà convivere tutta la vita. A differenza delle persone, infatti, non si possono usare apparecchi per l’allineamento dentale, proprio perché i denti crescono in continuo.

Una buona dieta: l’arma vincente per la salute, anche dei denti

Il tuo coniglio domestico è sano e i denti sono ben allineati?
Bene! Se il coniglietto ha una buona dentizione ti dovrai occupare di garantirgli una buona dieta per mantenere in buona salute i suoi dentoni.  

Consideriamo una dieta “buona” tanto più somiglia a ciò di cui si nutrono i suoi cugini selvatici nel loro ambiente naturale: erba fresca.
Tutte quelle volte in cui non è possibile permettere al coniglio di brucare erba fresca in un giardino o di raccoglierne per offrirgliela giornalmente si può ricorrere ad un sostitutivo: il fieno.
Il fieno di prato misto è un l’alimento che ha le stesse caratteristiche nutritive e costitutive dell’erba. Per questo deve rappresentare l’80 % del pasto del coniglio domestico.
Il fieno, così come l’erba fresca, forniscono

  • la giusta quantità di fibra
  • il corretto consumo dei denti, perché richiede una masticazione prolungata con movimento rotatorio dei molariformi.

Il fieno deve essere quindi sempre a disposizione del coniglio

Possiamo completare i pasti dei nostri amici con una buona porzione di verdure fresche pulite e asciutte. Anche in questo caso scegliamo quelle più ricche di fibra e che richiedono maggiore masticazione: radicchio, insalata di diversi tipi, carote, coste, cicoria, indivia, finocchio, sedano.
Il mangime secco pellettato è invece soltanto un’ integrazione. Lo possiamo somministrare se si vogliamo o dobbiamo ( per esempio in particolari condizioni di crescita/patologiche) in quantità pari ad un cucchiaio al giorno.

E la frutta? Un piccolo vizio … regaliamola al nostro coniglietto solo come premio, sempre in piccole quantità.
Il segreto per la salute del coniglio domestico, quindi, è molto semplice: può vivere molto bene ed evitare problemi di dentizione mangiando solo fieno ed erba fresca di buona qualità, come le cugine lepri.

I danni di una cattiva alimentazione: come notarli e risolverli

I danni causati da un’alimentazione non corretta possono essere tanti e piuttosto gravi. Se non si somministra il giusto cibo i denti non si consumano; man mano che continuano a crescere provocano vere e proprie ulcere, tagli sulla lingua e sulla guancia. Oppure iniziano a crescere storti, si rompono, spingono su strutture ossee delicate come mandibola e arcata zigomatica fino a deformarle. Possono persino arrivare a infettarsi a livello radicale e causare ascessi molto dolorosi.

Come facciamo a capire che qualcosa non va? Prestiamo attenzione ai possibili sintomi:

  • la mancata assunzione o la selezione di cibo più morbido
  • eccessiva salivazione
  • crescita abnorme degli incisivi
  • presenza di gonfiori sul muso (riferibili
    ad ascessi)
  • lacrimazione oculare
  • inappetenza
  • mancata
    defecazione

In questi casi deve intervenire il dentista veterinario. Procederà con una visita dentistica condotta con l’otoscopio e si avvarrà di diverse radiografie del cranio per esaminare le radici dentali. In questo modo potrà valutare le opzioni terapeutiche in base alla gravità del caso, all’età e alle condizioni generali dell’animale.
Può essere necessario ricorrere ad un intervento: un pareggiamento dentale in anestesia generale risolve il problema, almeno per un po’. Ma se il coniglio segue un’alimentazione corretta a partire dall’intervento, i suoi benefici possono diventare permanenti.

Capita anche di dover ricorrere a chirurgie più invasive, come le estrazioni dentali, che comportano un post operatorio piuttosto scomodo e terapie antibiotiche per periodi molto lunghi.
Questi sono i motivi per cui non dobbiamo mai sottovalutare l’importanza
dell’alimentazione di questi piccoli animali
. Bastano infatti piccole attenzioni per evitare che il coniglio domestico debba affrontare condizioni di criticità e di difficile gestione per la possibilità di interventi periodici rischiosi ed onerosi.
E se i conigli dei nonni mangiavano e vivevano con semi e pane secco è solo perché ad un anno venivano macellati e non erano conigli da compagnia con una prospettiva di vita di 10 anni!